Tra i protagonisti spiccava Filippo Inzaghi, al suo primo anno con l’Atalanta, che si affermò come uno degli attaccanti più promettenti del calcio italiano. Pertini fu il primo presidente della Repubblica a conferire l’incarico di formare il governo a una personalità non democristiana (l’unico governo post-fascista guidato da un non democristiano, il governo Parri, era stato insediato ancora sotto la monarchia, dal luogotenente generale del regno Umberto II di Savoia). E Pelé, perché era di Pelé la testa coronata, seppur sovrano finì per obbedire. La frazione di Mondello è nota per la particolare conformazione della spiaggia di Mondello-Valdesi, che analogamente a quelle caraibiche risulta avere un’origine organica, nata dalla decomposizione dei molluschi che vivono nella foresta di Posidonia al centro del golfo. Il nocciolo della questione risiede nella miopia dei grandi dirigenti del nostro calcio, che non riescono a vedere le potenzialità dei nostri ragazzi cresciuti a pane e calcio nei vivai dello stivale.
Prima i nostri dirigenti lo capiranno, prima il nostro calcio si risolleverà e tornerà ad essere leader in Europa e nel mondo. Sull’angolo sud-est della facciata insiste ancora una garitta circolare la cui esistenza è legata alla tradizione «degli spioni», personaggi che spiavano, senza essere visti, tutti i movimenti che avvenivano nella centralissima piazza di Maglie. Auditel di rilevamento degli ascolti televisivi italiani (1986), nella classifica dei 50 programmi più visti, ben 45 sono incontri della nazionale. Rivoglio i tempi in cui la classifica marcatori era dominata da Signori, Baggio, Del Piero, Chiesa e Montella, con Ronaldo, Crespo e Batistuta a sfidarli. La ditta petrolifera Ozo al tempo era proprietaria della raffineria sorta alle porte della città di Mantova: «la squadra cambia i colori sociali in onore dello sponsor: da biancazzurri a biancorossi». Città di Verbania ha riadottato un identificativo quasi identico allo stemma storico: le modifiche consistono nell’assenza di riferimenti all’anno 1959 (sostituito dalla dicitura ASD) e nella presenza della parola Città di in capo all’insieme. Solo 2 alla fenomenale Juve che da un intero girone ha cancellato dal suo vocabolario ogni parola che non sia vittoria, con la sola eccezione del pareggino a Bologna, contro Donadoni, l’altro signor allenatore che, con Spalletti, ha dato vita al più clamoroso rilancio di una squadra alla deriva.
G.S. Arsenal Spezia: 1º nel girone B della Promozione Liguria. Liguria Genova · Imperia · Ciò che non tollero è vedere i nostri club fare aste folli per mediocri giocatori dal sontuoso pedigree, giusto per accontentare il tifoso medio e far bella figura con il consiglio di amministrazione. I viola scivolano a -5 dalla Roma (che ha pure il vantaggio nei confronti diretti) e mettono seriamente a rischio quel terzo posto che a un certo punto pareva quasi un minimo garantito; i rossoneri, deposto ogni vaneggiamento di Champions (cui hanno fatto finta di credere solo Galliani e Berlusconi) devono invece guardarsi dal Sassuolo che, a 4 punti e con ben altra disposizione psicologica, potrebbe perfino soffiar loro l’ultimo strapuntino per l’Europa minore, se la finale di Coppa Italia non dovesse andare per il verso giusto. Il guaio, per Mancini, è l’obbligo di vincere e, perdipiù senza Icardi né Palacio: non intaccare i cinque punti di svantaggio a 8 dalla fine somiglierebbe molto a un addio al terzo posto per la squadra che ha sognato lo scudetto per metà stagione. Durante la stagione 2011-2012 la squadra ha avuto una mascotte di nome «Leo». La storia della divisa «grigiocerchiata» fu rapidamente archiviata al termine di quell’annata, ma trovò echi in alcuni completi destinati ai portieri nel turbolento decennio successivo e nella singolare maglia biancocerchiata elaborata per la stagione 1948-1949, anch’essa di breve vita.
Acquistato l’ultimo giorno di mercato come ripiego dell’affare Biabiany, l’esterno di scuola Atalanta si è conquistato la maglia da titolare a suon di grandi prestazioni, mettendo in ombra più quotati compagni. Questo è il calcio che voglio, quello fatto dai grandi talenti italiani ed i fuoriclasse stranieri. E intanto Allegri lotta con una squadra che ha difficoltà ad andare in rete e che più che di un Romulo o di un Morata avrebbe avuto bisogno dei suoi giovani talenti in provincia. Deve essere un bel test per i nervi di Allegri e dei suoi: di più non avrebbero potuto fare (ma proprio aritmeticamente, non per modo di dire) eppure non possono permettersi di abbassare la guardia. La Roma in casa ha perso solo alla 14esima con l’Atalanta (quasi incredula del regalo ricevuto) cominciando proprio allora a incidere le prime parole sull’epitaffio di Garcia. E infatti, mentre Napoli, Roma e anche Inter tengono il passo, i malinconici pareggi con le due veronesi complicano maledettamente la vita a Fiorentina e Milan. Alla 29esima dell’anno scorso, Allegri aveva già 11 punti su Garcia, secondo: oggi, che non sta sbagliando più un colpo, ne ha 3 su Sarri e 8 su Spalletti: eppure la Roma era precipitata al punto da cacciare l’allenatore del suo rilancio.