L’emblema del riconoscimento è una stella giallo-oro a cinque punte, cucita sulla maglia; a differenza di altri simboli del calcio italiano quali scudetto e coccarda, che vengono portati solo quando una squadra è campione in carica, le stelle restano per sempre sulla divisa della formazione che le conquista. Ancora una volta, si tratta di omaggiare una squadra (e una maglia) storica: nel 1982 l’Aston Villa solleva al cielo la sua unica Coppa dei Campioni della sua storia, battendo in finale il Bayern Monaco. Sono tre le nazionali asiatiche che si adornano della stella per simboleggiare la vittoria di una Coppa d’Asia. Dopo il campionato mondiale di calcio 1998 la FIFA regolarizzò l’utilizzo delle stelle consentendo a tutte le nazionali che hanno vinto almeno un titolo mondiale di apporre una stella per ogni titolo vinto. Il primo caso registrato nella storia dello sport di «stella» atta a simboleggiare, sopra le divise da gioco, la vittoria di un trofeo, accadde nel campionato italiano di calcio di Serie A, quando la Juventus, in seguito a una delibera dell’allora organizzatrice Lega Nazionale, introdusse nella stagione 1958-59 una stella d’oro a cinque punte in valenza del decimo titolo italiano vinto, allora il nuovo record nazionale.
Nel campionato bielorusso, tutte le squadre che hanno conquistato almeno un titolo hanno diritto alla stella, al decimo hanno diritto alla seconda stella, al ventesimo la terza e così via. Restarono una ventina di partigiani in Bolognina, in uno stabile semidiroccato in piazza dell’Unità, angolo via Pellegrino Tibaldi, dove ebbe luogo lo scontro. Il disegno degli assi viari storici si mantiene costante, ad accezione del nuovo tracciato fascista di viale Duca degli Abruzzi, realizzato mediante la distruzione totale del rione Genca, che era in parte sopravvissuto dopo la costruzione del Castello spagnolo nel XVI secolo, con la distruzione della chiesa di San Benedetto d’Arischia, e di quella di Santa Maria del Vasto (detta anche di San Leonardo, la cui facciata romanica fu rimontata sulla chiesetta degli Angeli presso via di Porta Napoli); l’asse di via Roma viene prolungato ad ovest oltre le mura di Porta Barete, che venne demolita e mai più ricostruita, creando un’insanabile frattura rimasta invariata per secoli tra la città e la campagna di Pile, che pian piano iniziava ad urbanizzarsi. Pur godendo di una tradizione agricola molto importante, lo sviluppo industriale, veloce e massiccio nel corso del XX secolo, ha comportato cambiamenti radicali al tessuto economico, ma anche urbano e sociale della città con una conseguente cementificazione di parte della costa.
Gli ebrei sono attestati in città con una piccola ma laboriosa comunità dal 53 d.C. sino alla seconda metà del XVI secolo. Seguendo l’uso italiano, maglia da calcio più bella del mondo le squadre maltesi sono autorizzate ad apporre sul proprio stemma una stella ogni dieci campionati vinti. Nelle Isole Fær Øer la vittoria di dieci campionati consente di ottenere una stella. Alcune delle nazionali africane si adornano della stella per simboleggiare la vittoria di una Coppa delle Nazioni Africane. Soltanto una nazionale si adorna della stella per simboleggiare la vittoria di una Copa América, anche per evitare confusione con le vittorie mondiali delle tre più importanti nazionali sudamericane, Brasile, Argentina e Uruguay. La pratica dell’esposizione ravvicinata dei marchi pubblicitari al campo da gioco aveva preso piede già nella stagione 1997-1998, quella precedente all’introduzione del title sponsor: dal gennaio 1998 sui campi di alcune società come Inter, Lazio, Milan, Parma e Roma, tra i marchi a comparire sui teloni vi furono Lee, Bilba, Ma-Fra, Sony, Cairo Sport, Erborist e Stream TV, con quest’ultimo presente anche sui campi di Fiorentina e Napoli. Da notare come il primo ed estemporaneo caso di back sponsor nel calcio italiano era già avvenuto nel 2000, quando nell’ultima giornata del campionato di Serie A 1999-2000 il Parma indossò una speciale divisa celebrativa nel decennale della sua prima promozione in massima categoria: nell’occasione l’allora unico jersey sponsor venne spostato dal petto al retro della maglia, al posto del cognome del giocatore, con quest’ultimo che venne traslato alla base del numero di gioco, cfr.
Simmenthal nell’ottobre 1953 (nota bene: la Simmenthal era la ex Società Anonima Sadital che già vendeva carne in scatola dagli anni 1930), affiliandola il 12 ottobre alla FIGC. Camarda era un comune autonomo fino al 1927, nonché uno dei castelli fondatori, insieme ad Assergi e Aragno, altri borghi storici, risalenti all’epoca romana come avamposti militari. Anche gli impianti sportivi dove le squadre giocano le proprie partite non sono sfuggiti alle sponsorizzazioni, con la cessione dei diritti di denominazione su una proprietà immobiliare, offerti a uno sponsor in cambio di un prezzo e di un interesse congiunto alla valorizzazione della proprietà stessa. Dagli anni 2010 in avanti, il fenomeno della cessione dei naming right si è esteso soprattutto alle serie minori. La Lega Nazionale Dilettanti, l’organo che gestisce i campionati a partire dalla Serie D, massima categoria dilettantistica a livello nazionale, fino alla Terza Categoria, stipulò un accordo commerciale con Enel valido per le stagioni 2003-2004 e 2004-2005, cambiando nome in LND Enel. «Per la conquista di 10 campionati di Serie A viene istituito uno speciale distintivo costituito da una stella d’oro a cinque punte. Nel 2003 i Rangers hanno esposto 5 stelle sopra il distintivo delle loro maglie a simboleggiare la vittoria del loro 50º scudetto.