Il periodo di maggior lustro per la squadra si fa risalire ai decenni del primo dopoguerra e della cosiddetta «scuola alessandrina» che, dando continuità ai dettami importati nei primi anni dieci dall’allenatore inglese George Arthur Smith, prevedeva metodi di allenamento e tattiche di gioco inediti per il calcio italiano. Promozione nel 1991-1992 e salendo al primo tentativo in Eccellenza, categoria mantenuta per cinque stagioni con un terzo posto nel 1992-1993 come miglior risultato in quel lustro. La forma di rispetto verbale del «lei» era finita nel dimenticatoio, eravamo semplicemente Roberto, Anna, Davide e Giovanni. A San Siro questa normalità era chimerica. La squadra campione non va riscoperta: va solo riportata a uno stadio di normalità psicofisica. Subito dopo la sconfitta con i sovietici, Fabbri rivoluziona la squadra mettendolo fuori squadra contro la Corea, commettendo un gravissimo errore. Rocco lo fece diventare il suo pupillo al punto che nel 1965 Fabbri lo volle provare in nazionale, facendolo debuttare nell’amichevole contro la Germania Ovest finita 1 a 1. Diventerà subito indispensabile per la squadra azzurra, giocando tutte le qualificazioni per il mondiale in Inghilterra e anche le due gare contro il Cile e contro l’URSS. Nel Milan giocherà per sette stagioni con 197 presenze e 4 reti.
Così là dove comincia il prato verde per qualche ora finisce il carcere. A causare il trasferimento non fu estranea una campagna di proteste e denunce all’estero, in particolare in Francia, dopo che alcune notizie sulla sua salute erano trapelate all’esterno, grazie ad alcuni compagni di carcere comunisti. Roberto dopo un periodo sfortunato con numerosi e serie infortuni arriva nella città ligure con l’intelligenza di un atleta che considera il trasferimento non come un declassamento ma solo l’onorevole epilogo di una brillante carriera. Il 12 maggio 2018, perdendo per 2-1 sul campo della Pro Vercelli, i rossoverdi retrocedono in Serie C dopo sei anni. Arriva però un «colpo di scena»; nella partita d’esordio Niccolai rimane seriamente infortunato e Rosato si alza dalla panchina tesissimo per un esordio mondiale inaspettato. Silvestri arriva la punto di rimbrottare seriamente il giocatore durante un intervallo di una partita. Ad esempio, puoi organizzare concorsi sui social media o offrire sconti esclusivi per i tifosi durante la durata della partita. Nel mondo del calcio, l’engagement dei tifosi è sempre stato un elemento cruciale per il successo delle squadre e delle leghe. In campionato il Torino di Rocco era una squadra nuova e forte che giunse al terzo posto in campionato e Roberto fu subito inquadrato nel calcio mercato del Milan all’epoca del giovane presidente Carraro.
Esordì in seria A a soli diciotto anni con la maglia granata il 2 aprile del 1961. Quel Torino aveva in difesa giocatori arcigli come Ferrini, Bearzot e Fossati, ma il suo vero scopritore fu Nereo Rocco che subito capì le doti del giovane difensore. Il «dire» e il «fare» dicono siano separati dal mare, ma per noi il confine tra i due verbi è stato infinitamente breve, addirittura meno di cinquanta chilometri che separano Borgo d’Ale da Torino. Un sorriso da bambino per un killer dell’area di rigore, pronto a fermare anche gli avversari più difficili con le buone o con le cattive. Un giocatore non è in posizione di fuorigioco se è nella propria metà campo, se è in linea con il penultimo avversario o se è in linea con gli ultimi due avversari. Rosato invece a Milano si trova male, spaesato e diventa l’ombra del giocatore che aveva fatto innamorare la curva Filadelfia. Rosato era un giocatore ambidestro, colpitore eccezionale, autorevole di testa, sapiente nei tackle e anche molto veloce, magliette personalizzate calcio difficile trovagli un difetto. Il simbolo storico del Noto era composto da uno scudo granata in cui veniva rappresentata l’effigie comunale, un’aquila con al centro lo scudo sabaudo che con gli artigli regge un nastro rosso svolazzante su cui è scritta la data di fondazione (1963). Nella parte bassa dello scudo c’è inoltre un pallone da calcio.
A ottobre 2017 la FIGC introduce un nuovo logo unificato, che declina la classica foggia dello scudetto tricolore nella forma di uno scudo svizzero; il disegno del pallone con la dicitura FIGC si sposta a cavallo della fascia ricurva che «sottolinea» l’epigrafe ITALIA, mentre le stelle celebrative dei mondiali si collocano esternamente al di sopra dell’insieme. Dopo una prima firma della carta in Italia, è stata la volta della delegazione di Maglie di venire a ratificarla a Rumilly. Nella semifinale contro la Germania Ovest viene sostituito prima dei mitici tempi supplementari. L’ottimo Arrigo Sacchi viene da me scongiurato di ridurre al minimo le profusioni dei suoi (cioè la fatica, lo sciupio). E il truculento Milan di Sacchi l’ha posto in drammatica evidenza. Al suo posto Niccolai, stopper appena sculettato del Cagliari. Nella stagione 2001-2002 la squadra migliorò ulteriormente il piazzamento in classifica, arrivando all’ottavo posto. Originariamente, queste maglie rappresentavano l’identità di una squadra e i suoi colori distintivi. È possibile in questo caso ottenere una pellicola pittorica sufficientemente legata dal carbonato di calcio, se si usano colori stemperati in latte di calce, che funziona quindi da legante: si parla perciò anche di pittura a calce.