La nuova Associazione Sportiva Dilettantistica Perugia Calcio che s’iscrisse alla Serie D riportò sulle maglie da gioco il solo grifone rampante, libero da stemmi (nonostante la nuova proprietà avesse riacquistato il vecchio stemma dell’A.C. Probabile che la compagine sfoggiasse nel 1901 una divisa composta da una maglia a righe verticali bianche e nere, abbinata a pantaloncini e calzettoni di colore nero o bianco (era questo l’accostamento cromatico maggiormente in voga tra i club italiani agli albori della disciplina), e che rimase tale anche dopo la fusione con la Libertas nel 1905 e la conseguente nascita dell’Associazione Calcio Perugia. Il 1911 portò in casa meneghina il primo cambio di stile degno di nota: la camicia degli albori lasciò spazio a una vera maglia da gioco, chiusa nello scollo da tre bottoni, sopra cui le righe andarono ad allargarsi sempre più; anche le braghe d’inizio Novecento si accorciarono per diventare dei normali pantaloncini. La prima partita in casa si chiude con una sconfitta per 1-0 nella sentita sfida contro il Taranto (gara giocata con lo stadio ancora a 4000 posti omologati a causa del mancato ok da parte della Prefettura e senza tifosi ospiti per la richiesta della tessera del tifoso), mentre la prima vittoria arriva alla 3ª giornata, in trasferta a Viterbo contro il Monterosi Tuscia, sconfitto 3-2. Dopo un pareggio a reti bianche in casa della Juve Stabia, arrivano due sconfitte per 3-1 per mano prima della Fidelis Andria (in cui la capienza del Romagnoli viene finalmente portata a 7500 posti), poi al Barbera di Palermo, con anche un rigore sbagliato per il possibile 2-2. Il Lupo si riscatta subito vincendo per la prima volta in questa stagione in casa contro la Paganese per 2-0. Si apre un ciclo positivo con la vittoria in esterna per 2-1 contro un Monopoli che prima della sfida con il Lupo era terza; i molisani cadono per 3-1 in casa contro la capolista e corazzata Bari, vince in casa della terza forza del campionato, la Turris, nel turno infrasettimanale con un rocambolesco 3-2, ma si fa pareggiare in casa dall’ AZ Picerno per 1-1. In seguito perde in trasferta le sfide salvezza, 12ª giornata in casa del Messina per 2-0, la 14ª per 4-1 a Latina e, nella 17ª 2-0 in casa dell’ultima in classifica Vibonese.
Il girone di ritorno si apre con un successo per 3-0 sul campo del Verona e un altro con lo stesso risultato in casa contro l’Empoli. 1951-1952 – Partecipa al girone B della Prima Divisione Emilia-Romagna. Un primo excursus perugino nell’ambito delle terze divise si ebbe già nella prima metà degli anni 60, quando la squadra sfoggio occasionalmente una divisa azzurra recante una sbarra biancorossa sul petto. Tale metodo ti consente di pagare le tasse direttamente all’agenzia delle dogane dopo aver trasportato le merci nel tuo magazzino. Nel 2014 lo stemma subisce un nuovo restyling, con l’eliminazione delle scritte cancelleresche e della stella, la quale tornerà solo sulla maglia col suo significato originale, ossia quello di dieci scudetti vinti. Per i campionati 2013-2014 e 2014-2015, la Lega Serie B ha introdotto per il proprio campionato il cosiddetto top sponsor – comune a tutte le compagini del torneo cadetto – sul retro delle maglie: per le due stagioni citate, NGM fu presente sulle divise di tutte le squadre del campionato cadetto.
Come logo societario dal 1929 al 1932 fu proposto un cerchio nero, con al proprio interno un rombo contenente dieci strisce verticali blu e nere e affiancato a destra dalla lettera A di Associazione e a sinistra dalla lettera S di Sportiva, entrambe su campo bianco; in basso era presente una striscia nera orizzontale contenente la parola AMBROSIANA. La casacca della stagione 2013-2014 presentò bande leggermente più strette rispetto a quella della passata stagione e una tonalità di azzurro più scura del solito, siti per comprare maglie da calcio tendente al blu. Dopo aver lasciato il calcio giocato e aver assunto, dal 2018, un incarico federale presso il segretariato dell’Associazione Svizzera di Football, ricopre il ruolo di allenatrice della formazione Juniores U-15 del Bienne e, dal 1º gennaio 2021, anche quella di tecnico delle formazioni Under-16 e Under-17 delle nazionali di calcio femminile della Svizzera, rilevando Monica Di Fonzo passata all’Under-19. La squadra era nel frattempo passata nelle mani di Roberto Dromedari, un industriale del settore calzaturiero con un fortissimo export negli Stati Uniti, che però, a causa della svalutazione del Dollaro, subì un crack finanziario. Negli Anni ’90 sussistette un’amicizia con il Vicenza. 1998-99 il club mostra di prediligere uno schema cromatico ben definito in questo ambito, ovvero uniformi nere con dettagli rossi; dagli anni 2010 in poi, queste hanno talvolta presentato ulteriori inserti tricolori volti a richiamare l’italianità, suscitando tuttavia rimostranze a causa dello storico significato assunto dalle tinte nazionali nello sport italiano.
All’inizio del XXI secolo, la divisa casalinga del club meneghino mutò di anno in anno solo in piccoli particolari; tra le innovazioni ci furono l’inserimento di dettagli in bianco, soprattutto per quanto concerne colletto e bordini, e il ricorso all’oro, colore talvolta usato anche per i numeri di maglia. Ancora strisce, questa volta verticali, per la casacca della stagione 2002-2003, firmata Erreà. Sebbene fosse proprio Rognoni il rigorista della squadra, tocco a Chimenti tentare di battere Tancredi (Rognoni non si era ancora ripreso dall’infortunio); la palla colpì la traversa e sul capovolgimento di fronte la Roma raddoppiò con un’autorete di Borgo. Nel 1969 è tornato in patria, ancora con la maglia del Atlético Grau. Esaurito il rapporto con l’azienda inglese nel 1998-1999, il club firmò un nuovo contratto con il fornitore tecnico americano della Nike, che esordì presentando una maglia sostanzialmente nel solco delle precedenti. Vince la Coppa delle Coppe (1º titolo). La rivalità calcistica tra l’Italia e il Brasile è conosciuta anche come «clássico mundial» in portoghese o «derby del Mondo» in italiano, in quanto mette di fronte due delle nazioni calcistiche di maggior successo a livello globale, avendo raggiunto nove Coppe del Mondo tra i due paesi. Il dolmen Pino si eleva di 30 cm dal banco di roccia e presenta un lastrone di copertura (140 × 130 cm) con spessore di 25 cm che poggia su due piedritti.